Non è facile essere out anche nel mondo del lavoro, sia che si sia dei giovani che cercano lavoro, e quando il cambiamento impatta le nostre vite personali e siamo inseriti in un contesto professionale o aziendale e ci troviamo a gestirci in una separazione.. 

la mia esperienza non è stata semplice, sono arrivato poi a fare comingout prima con un collega giovane con cui ero entrato in confidenza, e poi facendo politica decisi di mostrarmi pubblicamente in una intervista su rai3.

ovviamente questo semplificò da un lato la necessità di fare coming out a* singol* ma da un lato lasciò degli spazi di non espressamente detto con qualcuno che solo in certi casi furono colmati con la frequentazione negli anni.

però sono convinto che non poter essere noi stessi sul posto di lavoro sia una condizione gravosa che ci limita nello scambio con i colleghi e le colleghe, che ci impedisce di essere noi stessi nelle relazioni limitando la nostra espressione e comunicazione a livello di rapporto umano

Nei giorni scorsi mi si è ripresentata l'occasione per ribadire il mio comingout, dopo 12 anni da quello precedente, in una azienda per fortuna che si sta trasformando e si sta predisponendo verso il Diversity e INclusion management che finora non era minimamente contemplato per le persone LGBTQIA+.

ecco allora il mio nuovo racconto

Care e cari..vi condivido un ulteriore passaggio personale.. nei giorni scorsi ho portato la mia testimonianza di genitore omosessuale nel mio contesto di lavoro davanti alla numerosa platea dei colleghi della mia direzione (180 persone, 130 partecipanti) riuniti in teleconferenza. La nostra azienda sta compiendo un grosso cambiamento e su questo tema il nostro direttore di Firenze che viene da General Electrics dove questa tematica è affrontata e sostenuta da anni sta cercando di smuovere il terreno, con iniziativa anche personale. Venerdì ha coinvolto un impiegato di una azienda del gruppo GE che è attivo sulle tematica LGBT+ sul posto di lavoro .. questo ragazzo che mi conosce bene da anni ha proposto che lo affiancassi nell'intervento ed è stato accettato..

Ho parlato in positivo dell'esperienza del coming out sul lavoro e prendendo spunto dall'aver compreso l' importanza del comingout nelle relazioni personali familiari e con i nostri figli-e e il mio percorso di volontariato ..

Vi giro uno dei più bei commenti ricevuti da un collega, cattolico e ciellino dai tempo dell'università.

Le cose cambiano e la nostra presenza e visibilità sono agenti trasformativi delle persone e della società, continuiamo così

"Ciao Fabrizio,
Il tuo intervento e quello di Carlo, venerdi, mi hanno molto colpito. Non sono molto "social" e quindi piuttosto che intervenire in chat ho preferito far decantare le vostre parole, rifletterci un po' su...

Innanzitutto ho ammirato il vostro coraggio, nel condividere storie così intime e personali. Raccontando episodi e sentimenti anche sofferti avete reso chiaro il tema molto più efficacemente di un ragionamento teorico.

Invecchiando, sempre più mi convinco che gli esseri umani si differenziano solo per una patina superficiale: per cultura, tradizioni, usanze, idee politiche, religioni, orientamento sessuale... Al centro, ognuno di noi ha lo stesso tremendo desiderio di essere apprezzato, amato, accettato.

Questo soprattutto ho percepito nel vostro racconto, che mi è risuonato dentro, parlando in fondo anche della mia stessa umanità.

Mi sono sentito vicino a voi e vi ringrazio...

L"